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giovedì 2 febbraio 2012

L'intervento, sulle ville comunali, di Gabriele Caligiuri, per TrecentoSessanta.

Salve Mi chiamo Gabriele Caligiuri e da 8 mesi vivo a milano per studio e lavoro, e soprattutto per stare vicino mia mamma che è precaria nelle scuole da 8 anni, ma Cirò Marina è sempre nel mio cuore e sono sempre attento alle questioni che la circondano perché vorrei che il mio futuro fosse lì. La mio osservazione sul progetto in questione, va oltre il senso della consapevolezza di dare una sterzata al paese con opere nuove e funzionali, in cui però manca la centralità soprattutto di condivisione delle idee. Quando si appresta a presentare un progetto, non si deve per forza far fronte a un qualcosa di nuovo che scavalchi l’ideologia quantistica e funzionale, ma si può lavorare su cose già ivi esistenti, e non crearne una duplice copia. Di esempi nel nostro paese, ahimè, ce ne sono abbastanza e da prendere in considerazione ad uno ad uno analizzando la situazione. Come primo esempio possiamo prendere la Villa comunale di Sant’ Antonio, posta accanto la Chiesa rionale e che è diventata luogo di degrado da tutti i punti di vista, partendo dai presupposti che per prima cosa è stata costruita al posto di un centro di aggregazione giovanile quale era un campo di calcetto;secondo, è stata costruita vicino a una chiesa e basta, poiché nelle vicinanze non vi è alcun punto di interesse né giovanile né maturo. Terzo e ultimo punto l’abbandono a se stessa,con panchine e fontane distrutte dai soliti vandali che commettono si una cosa grave, ma ancor più grave è la mancanza di controllo nel territorio in oggetto! Purtroppo altri posti sono inutili dal punto di vista del decoro urbano, tipo villette comunali, che in un comune di tredicimila abitanti quasi tutti muniti di mezzo di trasporto, si potrebbero far confluire in poche unità di aggregazione come un esempio ci è dato dal parco giochi comunale che pur essendo fuori mano è sempre riempito da famiglie e bambini che però devono spostarsi verso la periferia per avere un servizio che potrebbe esserci benissimamente in centro! Nel caso del progetto della piazza Kennedy, progetto ben illustrato e ben fatto, manca quel pizzico di senso ad un opera che va ad intascare nelle casse del comune e dei cittadini migliaia di euro che potrebbero servire alla creazione di cooperative giovanili oppure alla creazione di nuovi posti di lavoro o corsi di sviluppo professionali che nel paese sono assenti! Detto ciò, non si può affrontare una costruzione del genere senza avere nulla attorno, perché prima di costruire un castello ci vogliono profonde fondamenta, che in questo caso sarebbero negozi, centri d’arte, centri musicali,teatro,cinema. Ecco, quello che è uno sbaglio sin dall’inizio è stato lo smistare in angoli diversi del paese le varie attività ludo ricreative, invece di accentrarle. Forse di un progetto del genere ci sarebbe bisogno nel caso in cui la Via Venezia si riempisse di vetrine e atelier, e non di inps e medici di base! Perché sono testimone che Corso Buenos Aires a Milano non ha nulla in più di Via Venezia a Cirò Marina, e che anzi noi abbiamo un mare stupendo che non usiamo mentre qui con un piccolo fiume nel mezzo di una città diventa un paradiso. Che si faccia qualcosa di utile e concreto per trasmettere la voglia ai giovani di lavorare e di stare in un paese in cui il divertimento e il lavoro vadano di pari passo, e che inizi la cultura dei centri interinale per la ricerca del lavoro in tutta la provincia. Gabriele Caligiuri


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