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martedì 20 novembre 2012

Le primarie non sono una conta congressuale


Le primarie sono un capolavoro di democrazia, cosi come le ha definite il segretario Bersani, ma probabilmente gran parte dei protagonisti della scena politica attorno al Partito Democratico, non le ha capite o non le vuole capire, e comunque non si ha la consapevolezza della vera potenzialità dell’azione politica che esse implicano. Tutto ciò avviene nei piani alti del partito, figurarsi cosa accade nelle piccole, o relativamente tali, realtà, come Cirò Marina, dove concorrere non è sempre un modo per dar spinta a questo o a quell’altro candidato ma una sfida di “futili motivi”. “Noi non ci stiamo”. Trasformando le primarie in una sorta di para-congresso del Partito Democratico, non solo le svuota di ‘appeal’ rispetto al popolo di centro-sinistra, ma le priva del valore di indicazione ‘politica’. Se le primarie hanno un senso ‘vero’, questo è la possibilità di scegliere quale governo vorrebbe l’elettorato di centro-sinistra, e quale premier ritenga possa al meglio rappresentare e guidare questa scelta. Tutto il resto è solo marketing.
La mattina di domenica 25 voterò per le primarie e non farò la conta sui voti di Bersani e di Renzi, e non dimenticherò che a competere sono in cinque, con affianco dei primi anche Tabacci, Puppato e Vendola. Tutto questo non è nella logica della scelta di un candidato premier, perché a spingere me e molta altra gente, non saranno i “futili motivi” ma la voglia di portare il centrosinistra alla guida dell’Italia. È giusto e opportuno confrontarsi e dialogare, ed è altrettanto plausibile avere qualche disaccordo con il programma di un candidato piuttosto che di un altro, certo, ma non è accettabile attaccare preventivamente, su qualsiasi tema, qualcuno che oggi è un avversario, ma che dal 26 novembre diventerà un compagno di squadra in vista delle politiche del 2013.
Ribadiamo ancora quindi che scegliere il  candidato  premier del centrosinistra per le elezioni politiche del prossimo anno non è la stessa cosa che fare una conta congressuale. Per questo ci sarà del tempo, il congresso nazionale con le sue ripercussioni sul territorio,  si svolgerà tra circa un anno e l’attuale segretario ha gia fatto sapere che non intende ripresentarsi. Per quanto possa valere io sono con Bersani senza se e senza ma, ed all’indomani del voto  invito tutti sullo stesso carro a lanciare la corsa del PD verso l’Italia, e non sul carretto della frutta a vendere ognuno le “sue” preferenze.


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