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venerdì 1 marzo 2013

In questo modo muore pure la speranza!


Interveniamo in merito al consiglio comunale che sabato 23 febbraio ha votato ed approvato l’inserimento della pineta comunale nell’elenco dei beni patrimoniali alienabili.

Non entriamo nel merito dell’atto e non vogliamo discuterne i contenuti specifici ma riscontriamo come questa operazione, considerata in maniera superficiale un atto tecnico dovuto, sia invece,  eticamente e moralmente una mannaia per le vane speranze di un popolo. Come spieghiamo loro che a fronte di un debito in milioni di euro nemmeno quantificabili e di sprechi inauditi che per ripianare c’è bisogno di mettere in ballo la pineta stessa. Oltre al danno la beffa. A morire è la speranza.

A nostro avviso, del tutto inadeguato è stata anche la modalità in cui è stato messo in atto il consiglio che ha deliberato il provvedimento, di sabato mattina, a ridosso delle elezioni nazionali e quindi lontano dalle luci dei riflettori. Con tutto il rispetto che portiamo per le istituzioni del nostro paese riteniamo sia giusto in situazioni del genere sentire il popolo, la gente, le persone, molte delle quali ancora ignorano il provvedimento, oltre che i componenti che compongono questa maggioranza.  Aspettiamo ovviamente l’assise civica che dovrebbe almeno in questo garantire la partecipazione.
Non vogliamo fare semplicemente  propaganda ma evidenziamo magari la possibilità di come in maniera diversa possiamo ricavare dei frutti col giusto impiego della risorse che la pineta offre. Prendiamo esempio magari delle regioni come Sardegna, Toscana, Puglia, che impiegano i loro boschi  sfruttandoli per la raccolta di legname, pinoli, resina e corteccia. Sappiamo come gia in passato se ne era  parlato anche da noi. Un intervento di selvicoltura,  la raccolta dei pinoli, impiegati come aromatizzanti in pasticceria e nelle cucine regionali, la vendita delle pigne considerata un combustibile naturale ed utilizzata nelle stufe a pellet,  come in fine la resina e gli aghi dei pini che hanno una funzione, meno nota, nel mercato dei cosmetici e dei prodotti di erboristeria.

Infine noi giovani di TrecentoSessanta abbiamo girato in lungo ed in largo la pineta e come ci si aspettava abbiamo riscontrato purtroppo una serie di “spiacevoli inconvenienti” e ne abbiamo fatto un piccolo foto book in cui si evidenziano recinzioni più o meno regolari con eternit, tantissimi alberi tagliati chiaramente di recente che evidenziano parti di pineta praticamente disboscati, calcinacci che ostruiscono i passaggi, un area piknic all'abbandono, oltre che una selva di immondizia. Con questo vogliamo semplicemente incentivare un opera di salvaguardia di maggiore sostanza e vogliamo fare un forte appello alle organizzazioni, soprattutto giovani che “stanno dalla parte del verde” e della tutela soprattutto di unirsi al nostro fianco per rendere il silenzio in cui soffre la pineta in un urlo roboante.












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