Uno Statuto, quello del Partito Democratico, «barocco e schizofrenico», un percorso verso il congresso «talmente contorto che potrebbe durare mesi». Ospite della trasmissione «Panorama del giorno», Enrico Letta così commenta la gestione e le regole interne al PD. «Sabato - ha spiegato - parleranno tutti gli eletti dell'Assemblea costituente: sono i portatori, insieme a Veltroni, di quella volontà dei 3 milioni e mezzo di italiani che votarono alle primarie. Il potere è nelle mani dell'Assemblea, purtroppo in questi mesi tra i tanti errori c'è stato anche quello di approvare uno statuto barocco e schizofrenico, un mix di masochismo e di autolesionismo, che è parte integrante di questo psicodramma».
«Anche questa dello statuto - ha continuato - è un esempio di una storia nella quale abbiamo inanellato errori che puntualmente vengono fuori: errori di posizionamento politico, di amalgama che non è riuscito come è stato detto, di disattenzione del partito verso i suoi militanti ed errori di alleanze».
Riguardo al congresso, Letta sostiene che occorrono «tre mesi» per farlo, e se fosse così si andrebbe «alle europee con Franceschini e subito dopo, appunto, il congresso».
Letta lascia aperta la possibilità di una sua candidatura alla guida del PD: «Valuterò, non lo escludo» anche se precisa che «non è questo il momento».
La discussione continua sulla crisi del partito. L'addio di Veltroni ci pone «di fronte alla possibilità di un 8 settembre, di un tutti a casa in cui il centrosinistra non esiste più. Dobbiamo assolutamente evitarla». E per affrontare al meglio questo momento di difficoltà «non sarebbe male sospendere le ostilità e trovare una soluzione che ci consenta di esistere».
E riguardo all'ipotesi di scissione del PD? « È fuori luogo parlarne» perché «oggi il problema è quello di tenere il campo, fare in modo che sopravviva l'area politica del centrosinistra e del PD. Bertolaso dovrebbe in tal caso dare a ciascuno di noi le magliette della protezione civile per far sì che esista ancora il campo del centrosinistra italiano».
Quanto alle alleanze, infine, Enrico ha ribadito che «senza l'Udc non andiamo da nessuna parte»
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